Questa è una delle prime domande che le mamme si fanno quando stanno pensando di adottare un cucciolo e decidono di orientarsi verso un cane di razza (scelta che, personalmente, supporto al pari delle adozioni nei canili: ti racconterò più avanti cosa ne penso e perché).
Le spese familiari infatti possono essere molte: mutuo, bollette, vestiti, cibo, per non parlare poi di tutte le spese che occorre fare quando si hanno uno o più figli!
Una domanda di questo tipo, tuttavia, non ti porta nella direzione giusta quando si tratta di scegliere l’allevamento in cui adottare il tuo cucciolo, perché se punti al risparmio puoi ritrovarti in grossi guai, accogliendo in casa un cane molto problematico dal punto di vista della salute e/o del comportamento.
QUALCOSA CHE, NE SONO SICURA, VUOI ASSOLUTAMENTE EVITARE SE HAI UNO O PIÙ BAMBINI.
Le domande giuste che ti devi porre sono altre: dal modo in cui vengono trattate le fattrici alle esperienze che il cucciolo fa nelle prime settimane di vita, i fattori che contribuiscono ad una buona cucciolata e, di conseguenza, ad un’adozione di successo, sono davvero moltissimi.
Vediamo insieme nei paragrafi che seguono quali sono le 10 domande che ti devi porre quando vuoi adottare un cane di razza.

1. Quante femmine ci sono nell’allevamento e quante cucciolate vengono fatte all’anno?
Immagina, ad esempio, che nell’allevamento ci siano 3 fattrici, e che ogni anno l’allevamento abbia in media dalle 3 alle 6 cucciolate. Questo significa che alle femmine NON VIENE DATA TREGUA. Calore dopo calore vengono costrette a riprodursi, senza mai potersi riposare un secondo. Considerando che lo stress di una cagnolina incinta può trasmettersi ai cuccioli fino alle terza generazione, la probabilità che tu adotti un cucciolo sempre nervoso, irrequieto e/o timoroso, in un caso come questo è MOLTO ALTA.
Se invece in allevamento ci sono, sempre facendo un esempio, 8 fattrici, e ogni anno ci sono 3-4 cucciolate, significa che ogni femmina fa una cucciolata in media ogni 2 anni: è evidente che in questo esempio l’esperienza di mamma e cuccioli sarà molto diversa da quella ipotizzata nelle righe sopra!
2. Come viene scelto il maschio?

La scelta dello stallone è importantissima: non si tratta soltanto di scegliere un soggetto sano – sia dal punto di vista fisico che comportamentale – e che rispetti gli standard di razza: è anche molto importante assicurare che, cucciolata dopo cucciolata, la variabilità genetica non sia troppo ridotta. Questo significa cercare sempre maschi diversi, spostandosi nel territorio (anche di molto) e facendo ricerche approfondite. Quindi, se ad esempio l’allevatore sceglie sempre lo stesso maschio, e magari la scelta viene fatta basandosi solo su parametri estetici e non caratteriali, la variabilità genetica dei cuccioli sarà estremamente bassa, con un rischio elevato di problemi di salute e di comportamento.
3. Quante razze vengono allevate in quella struttura?
Attenzione agli allevamenti che offrono tantissime razze di cane diverse: c’è il grosso rischio che si tratti di una “fabbrica” di cani, dove al primo posto non c’è l’amore e la cura per i cani e la diffusione di quelle specifiche razze, ma il guadagno dell’allevatore.

4. Come viene curata la mamma durante il periodo di gestazione e dove avviene il parto?
La mamma dei cuccioli è monitorata, coccolata e tenuta in un luogo confortevole? Viene visitata regolarmente e lasciata tranquilla? Dove avviene il parto e chi se ne occupa?
E’ importante che l’allevatore sia in grado di rispondere in modo dettagliato a tutte queste domande, eventualmente fornendo prove fotografiche e video: come dicevamo sopra, una fattrice stressata non fa bene ai suoi cuccioli, per non parlare del fatto che se la mamma non viene curata e protetta in modo adeguato, si può parlare di una vera e propria forma di maltrattamento.
5. Dove vengono tenuti i cuccioli nei primi due mesi di vita?
Immagina, ad esempio, che i cuccioli passino TUTTO IL TEMPO in uno scantinato, o comunque in un luogo chiuso e senza stimoli, dove vedono solo mamma, fratelli e l’allevatore. Non mi riferisco, in questo caso, solo alle prime settimane di vita, durante le quali l’allevatore deve prendere degli accorgimenti particolari per salvaguardare il loro benessere, ma a tutti i 60 giorni che precedono l’adozione. Rimanere rinchiusi in uno spazio di questo tipo impedisce ai cuccioli, dal momento in cui ne hanno la capacità, di fare esperienza del mondo esterno e questa è la ricetta perfetta per un disastro assicurato: sarà molto probabile ritrovarsi fra le mani cani estremamente timorosi (o addirittura fobici) nei confronti del mondo.

6. E’ possibile conoscere la mamma dei cuccioli?
Se la risposta è no, e l’allevatore non è in grado di darti più dettagli, sospetta sempre che ci sia qualcosa sotto (ad esempio la mamma non è in salute, ha grossi problemi comportamentali o non c’è perché i cuccioli derivano da traffici illeciti). La mamma dei cuccioli, se lo gradisce, deve poter stare con loro fino al momento dell’adozione e deve essere possibile vedere come sta.
7. Che esperienze fanno prima di essere adottati?

E’ importantissimo che i cuccioli facciano esperienze sensoriali e di socializzazione adeguate e variegate per crescere in modo equilibrato e riuscire a integrarsi facilmente nel nuovo contesto dopo l’adozione: dal momento in cui iniziano a sentire, vedere e successivamente a muoversi per esplorare l’ambiente circostante, è fondamentale che l’allevatore – sempre con accortezza e gradualità – permetta loro di conoscere il mondo. Questo significa creare delle occasioni di apprendimento, in cui i cuccioli entreranno in contatto con suoni, superfici, situazioni, persone e animali diversi, per imparare a conoscerli e a non esserne intimoriti quando verranno adottati dalla loro nuova famiglia.
8. Come vengono scelte le famiglie adottive?
L’allevatore ti fa qualche domanda prima di mostrarti i cuccioli? Si preoccupa di conoscere te e la tua famiglia per capire insieme se i suoi cuccioli sono giusti per voi e viceversa? Oppure ti chiede solo di essere pagato e poi si disinteressa completamente di voi?
Quando ci innamoriamo di una razza, si tende a fare orecchie da mercante a qualsiasi dubbio ed obiezione esterna, ma la verità è che non c’è una razza o un cane che vada bene indiscriminatamente per chiunque (ne parleremo in uno dei prossimi articoli). Un bravo allevatore lo sa e, anche di fronte alla famiglia più determinata, dovrebbe informarsi sulle caratteristiche degli adottanti, su come vivrà il cucciolo una volta adottato ed essere capace, all’occorrenza, di dire di no a una famiglia che non è adatta.
9. L’allevatore risponde volentieri alle tue domande?
Essere professionali nell’allevare significa anche avere a cuore le famiglie che adottano, non giudicare nessuno ed essere disponibili a rispondere a tutte le tue domande, aiutandoti a capire cos’è meglio per il cucciolo.

10. L’allevatore segue la famiglia adottiva nel periodo immediatamente successivo all’adozione?
Un allevatore che ci tiene davvero, ti telefona o ti scrive spesso per chiederti come va e offrire il suo supporto, almeno nel periodo immediatamente successivo all’adozione, perché il benessere dei suoi cuccioli e il successo delle sue adozioni sono la sua priorità. Se un tuo conoscente ha adottato un cane da un allevamento che ti interessa, cerca di capire se dopo l’adozione è stato seguito e supportato dall’allevatore o se non ha più avuto sue notizie.
Come puoi vedere, le questioni da considerare sono tante e le risposte a queste domande hanno un grosso peso nella percentuale di successo di un’adozione, specialmente se in casa ci sono dei bambini piccoli.
RICORDATI SOPRATTUTTO UNA COSA: SE IN UN ALLEVAMENTO SI SPENDE TROPPO POCO, C’È SICURAMENTE QUALCOSA CHE NON VA!

Cosa significa, esattamente, “spendere troppo poco”? Ovviamente non posso darti un dato preciso e insindacabile, perché ogni allevamento è unico e ci sono moltissimi fattori che possono andare a incidere sul prezzo finale di un cucciolo (e ricorda, la razza è SOLTANTO UNO di questi fattori), ma in linea di massima posso dirti che ti devi insospettire per qualsiasi cucciolo di razza che costi meno di 1000/1200 euro.
Allevare è un lavoro serio che richiede tantissima cura e dedizione: un allevatore professionista spenderà molto per offrirti i cuccioli migliori, sia dal punto di vista estetico che comportamentale. Un prezzo “elevato” (ma sarebbe meglio dire ADEGUATO) sarà quindi la conseguenza inevitabile di un lavoro fatto con cura e professionalità.
BIM-BAU offre un servizio di consulenza pre-adozione con lo scopo di aiutare le famiglie con bambini a non commettere errori e ad individuare il cane più adatto alla propria situazione.
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